Umani, diritto & tecnologie: le nuove sfide
Convegno annuale 2019 del Circolo dei Giuristi Telematici
Camera dei Deputati, Palazzo San Macuto, Roma – 21 giugno 2019,
Discorso di saluto del Presidente di ANORC
In un convegno con temi così di frontiera, non si apre, concludendo, nè proponendo obbiettivi o suggerendo metodologie.
I temi di questo convegno sono di assoluto rilievo, come anche la formula adottata: un set di 5 relazioni introduttive, seguite da un dibattito.
Il luogo significativo e suggestivo luogo in cui la riflessione si trasforma in norma.
Il futuro ha radici antiche
Noi giuristi telematici eravamo attratti dal diritto del futuro e ci ritroviamo a ridiscutere temi giuridici dibattuti non già solo prima della rivoluzione francese, ma anzi nella preistoria del diritto, ai tempi della tradizione orale.
Non sappiamo cosa sia un’identità digitale, il domicilio digitale, che sono un po’ il presupposto perché i diritti possano essere attribuiti e attuati… come se non bastasse, AI e robot stravolgeranno il concetto di persona…
Non ci aiuta l’etica, perché quando i diritti presupponevano la conformanza a dei canoni etici, ciò ha consentito la negazione di tali diritti a chi non era battezzato (o praticante una diversa religione), fino alla sua riduzione in schiavitù.
Non ci aiuta la dogmatica giuridica tradizionale: p.e. come fondare diritti assoluti in un mondo costruito sulle licenze?… è immediata la nostalgia per i muri a secco che delimitano e proteggono i nostri spazi esistenziali.
Non ci aiuta la filosofia del diritto, divisa fra la scuola di pensiero italiana di Natalino Irti e il nikilismo giuridico di John Rawls
Non ci aiuta il diritto naturale, perché nel mondo digitale tutto è artificiale
… un polo nord giuridico…
Insomma le bussole che noi giuristi utilizziamo per non perderci nel labirinto delle regole e dei principi giuridici, sono tutte impazzite in questo che a volte sembra essere una sorta di polo nord giuridico, a volte una incredibile macchina del tempo
Siamo dunque chiamati a uno sforzo nuovo e particolarmente arduo: trovare la sintesi fra Carnelutti e Giulio Verne, Galgano e Asimov.
A volte ci aiutano millenni di giurisprudenza, come nel caso della responsabilità civile e penale del proprietario della schiavo, che possono essere il punto di partenza di alcune riflessioni in materia di AI e di robotica
Ma altre volte ci tocca ripartire da zero, come in materia di persona (che nel mondo informatico oggi è una fictio juris) e di domicilio che si è così ridotto, da essere poco più (o molto meno) dell’habeas corpus.
Evitare un futuro distopico
Sembra una missione impossibile. Perché comunque ci imbarchiamo in essa? La risposta è ovvia: perché l’alternativa è un mondo distopico. Quello dei film di fantascienza, in cui tutto il potere e la ricchezza sono concentrati in poche mani, e la ricerca della felicità e della libertà individuale non è più neppure un’ipotesi.
Schiavitù, feudalesimo non furono delle aberrazioni. Esse furono le migliori soluzioni che noi umani abbiamo saputo trovare ai problemi della scarsità delle risorse e della necessità di una organizzazione sociale stabile.
Erodoto Polibio (poi Machiavelli) hanno teorizzato l’anaciclosi e dunque postulato che la circolare evoluzione e involuzione delle forme di governo Monarchia; Tirannia; Aristocrazia; Oligarchia; Democrazia; Oclocrazia.
Questo il mio augurio di buon lavoro: che questo evento possa costituire un tassello di un mosaico di discussioni e riflessioni, come quello dei Federalist Papers, che hanno nel 1788 proposto dei modelli concettuali fondanti delle nostre democrazie pluralistiche, (i c.d. “checks and balances”) e politici (democrazia e federalismo) che hanno contribuito a rendere sempre più dominante un sistema di regole certe ed inclusive, che hanno portato quasi all’estinzione di tre delle sei forme di governo: monarchia (assoluta), aristocrazia, tirannia che, ove esistenti, caratterizzano stati poveri o, nella migliore delle ipotesi in via di sviluppo…
La telematica e la tecnologia rischiano di rendere oligarchia e oclocrazia dominanti sulla democrazia (si guardi alla Cina, che produce il 50% delle tecnologie informatiche e già dispone di estesi sistemi di classificazione e controllo premiale dei cittadini).
A noi spetta di riflettere sulle categorie fondanti di un mondo tecnologico che sia capace non solo di restare democratico, ma anche di sconfiggere oligarchia e populismo. BUON LAVORO!
Riccardo Genghini, Presidente ANORC