L'Idea e il suo riflesso telematico
… il digitale ha (sia pure indirettamente) rilanciato l’industria dei concerti live che ha quasi quintuplicato il fatturato dal 1995 al 2009 (da 1,8 a 8 miliardi di dollari).
http://www.businessinsider.com/chart-of-the-day-music-industry-sales-2011-2
Il grafico di Businessinsider.com mostra che inizia il crollo delle vendite di contenuti musicali su supporto tradizionale, a partire dal 1999, l’anno in cui Napster era divenuto popolare…
Il digitale nel campo della musica non ha determinato solo la sostituzione di un supporto con un altro, ma il ritorno al live (la fascia rossa di downloads rimane minimale).
Personalmente quando dico che il digitale sta aprendo una nuova epoca di tradizione orale, intendo dire proprio questo: che grazie al digitale sta nascendo la fame di informazione viva e (come nei cibi) ci si allontana progressivamente dalla necessità del pastorizzato, inscatolato, impacchettato.
Ci si allontana dall’informazione “sicura” “garantita”, predigerita. Si opta per la partecipazione in tempo reale.
Ci sará qualche gastrite in più… ma la mozzarella non sterile é certamente più saporita di quella sterilizzata.
Idem per le informazioni (che odio chiamare “content”, in quanto implica la necessità del packaging).
Finalmente l’informazione viaggia libera, virale, infettiva, non più prigioniera di papiri, codici, libri, gazzette, giornali, radiogiornali, cinegiornali, telegiornali, … blog.
Di cellulare in cellulare. Di mail in mail.
In tempo reale…
http://www.alarabiya.net/articles/2011/02/11/137245.html
Ormai la storia la si fa e la si riprende, al tempo stesso.
Fare la storia, oramai, vuol dire trasmettersi mentre la si fa.
Vuol dire costruire una catena di eventi riflessa da una rete di specchi digitali.
Mai il confine fra fatto e rappresentazione del fatto é stato più labile, e l’interazione più circolare ed imprevedibile.
Come gli eventi di questi giorni.