#Nazismofiscale: fatti e leggende

Politica

Evasione fiscale: lettera aperta all’ex ministro Visco

Signor Visco,
Nel suo articolo del 7 dicembre sul Corriere della Sera, mancano i dati.
Ci dia i numeri per favore… c’è una grande differenza fra fatti e leggende.
La propaganda populistica stile fascismo e comunismo del XIX secolo, non funzionano nella società tecnologica del terzo millennio.

La situazione fiscale in Italia: i fatti

Questi i fatti. Lei (primo fra tutti i ministri delle finanze) ha creato un sistema per cui:

  1. Nella fascia di reddito medio, a parità di reddito paga più tasse una partita IVA rispetto ad una persona assunta.
  2. Si tassa con l’IRAP anche il costo del capitale e dei dipendenti di imprese e professionisti.
  3. Vi sono pesanti ed ingiustificate limitazioni ai costi deducibili (auto, immobili, cellulari, interessi passivi, ecc.).
  4. Abbiamo una tassa sulle società fra le più alte al mondo, e la più alta in Europa.
  5. Abbiamo delle presunzioni di reddito minimo che in altri sistemi legali sarebbero incostituzionali per violazione del diritti umani.
  6. Abbiamo un sistema di controlli sui conti correnti, sui consumi energetici, sull’uso delle carte di credito e sull’uso dei contanti, che non ha eguali nel mondo e che fa carta straccia dei diritti di privacy, che le persone dovrebbero vedere tutelati, innanzitutto nei confronti dello Stato.

Infine abbiamo un sistema di incentivi per i funzionari dell’amministrazione finanziaria, che premia in base all’incassato sugli accertamenti, senza tenere conto della fondatezza degli stessi, per cui sempre più spesso vengono richieste piccole somme a tutti i contribuenti, di importo tale che conviene pagare e non impugnare, senza alcun fondamento legale.
Quando il contribuente impugna gli accertamenti per lo più ottiene ragione; ma nella maggior parte dei casi non lo fa, perché l’importo accertato è di poche centinaia di euro. Così il fisco taglieggia i lavoratori autonomi, con accertamenti privi di qualsiasi fondamento, per importi minimi per cui conviene adeguarsi e non impugnare. Se il fisco fosse onesto, occorrerebbe prevedere che in ogni caso di accertamento infondato tutte le spese del contenzioso siano a carico dello Stato.

Evasione fiscale in Italia: presunzione di colpevolezza?

Invece, lei ci ha trasformato in sudditi senza diritti alla mercé dell’Agenzia delle Entrate, ha criminalizzato il lavoro autonomo, perché è impossibile essere in regola, come vanno ripetendo (felici, per gli incentivi che maturano) i funzionari in sede di accertamento ai contribuenti che loro stessi definiscono “modello”, salvo applicare loro comunque i recuperi di imposta e sanzioni perché le ricevute non erano correttamente datate o intestate o per altri errori formali.
Ancora una volta l’Italia è stata declassata nei rating internazionali perché vi è un clima ostile al fare impresa. L’Italia che non cresce da 20 anni.
La disoccupazione non viene riassorbita dal mercato del lavoro. Ma come si fa a non avere, quanto meno il dubbio, che (almeno in parte) questo sistema fiscale sia responsabile del fallimento del sistema paese! Perchè nessuno dei milionari europei che hanno la villa in Italia, ha scelto di vivere nel paese più bello del mondo e pagare in Italia il 12,5% di imposta sul reddito delle partecipazioni finanziarie, invece del triplo che pagano in Germania, Svizzera Inghilterra?
Perché amano pagare le tasse e vivere in mezzo alla pioggia, invece che in Toscana, Umbria, Riviera ligure, Venezia? Perché non sono venuti a godersi la vecchiaia e l’esenzione dall’imposta di successione (per sei anni e, oggi, una delle imposte di successione più basse del mondo) in Italia? Perché se siamo la patria degli evasori fiscali, nessun milionario viene a evadere le imposte in Italia?
Forse perché lo Stato e l’amministrazione fiscale italiani godono di pessima fama?
Forse perché i politici italiani, categoria a cui lei appartiene, sono totalmente screditati in Italia e nel mondo, per cui tutti si aspettano che le cose vadano sempre peggio?
Occorre dare una risposta a queste domande che non sono retoriche!

Sistema fiscale italiano: causa della fuga di cervelli

È merito di provvedimenti di legge che lei, caro Signor Visco, ha fatto promulgare, di regolamenti che lei ha emanato, e di questa sua visione del lavoro autonomo e dell’impresa che ha spinto negli ultimi anni oltre mezzo milioni di italiani a fuggire all’estero, per potere lavorare senza essere vessati dallo Stato. E la fuga all’estero degli italiani che vogliono lavorare, é il nostro biglietto da visita nel mondo. Quel biglietto da visita per cui neppure le aziende straniere vengono in Italia !
Ed ha la faccia tosta di venire a scrivere che c’è erosione della base imponibile per gli autonomi? Se fosse vero l’Italia sarebbe sul banco d’accusa assieme a Irlanda e Lussemburgo. Invece io posso testimoniare che in 25 anni non ho visto in Italia un solo bilancio in cui il reddito civilistico fosse superiore al reddito imponibile (a parte il solo caso di perdite pregresse, che comunque in Italia hanno una deducibilità limitata a pochi anni, mentre nel resto d’Europa non vi sono limiti temporali).
Possiamo solo sperare che gente come lei non sia mai più ministro in Italia. Ma non ne possiamo, purtroppo, essere certi.
Si vergogni, ha messo in ginocchio una nazione!

L’Italia fiscale spaccata in due


E ha spaccato in due l’Italia:
A) Da una parte della nazione la maggioranza, quelli che lei chiama i contribuenti onesti, perché non possono evadere, ma si comportano quando possono come i “contribuenti disonesti” se hanno un secondo lavoro, una seconda casa o dei risparmi non dichiarati, che però si sentono defraudati e truffati dagli altri, perché lei ed altri mettono in giro leggende sull’evasione fiscale che non hanno alcun riscontro nei fatti.
B) Dall’altra i lavoratori autonomi, che sono disprezzati dalla maggioranza, come evasori, ma rappresentano comunque quel 10% degli italiani che hanno studiato di più o sono più capaci di produrre, per cui sempre più spesso se ne vanno in paesi in cui si è liberi e si pagano davvero le tasse.
Se fosse vero che l’Italia é il paese di bengodi per gli evasori, perché se ne vanno?
Questo sistema favorisce il lavoro subordinato, l’iscrizione al sindacato, e l’assistenzialismo statale. Abbia la cortesia mi dica: perché in Italia i redditi sotto i 20.000 euro non sono totalmente esenti da imposta sui redditi, come negli USA e in Inghilterra? Perché un’azienda con meno di 100.000 euro di ricavi non è esente da IVA e dalla tenuta della contabilità come in Inghilterra?
Sono norme che immediatamente “metterebbero in regola” quelli che l’Italia tratta come evasori, e ridurrebbe la dipendenza dagli ammortizzatori sociali, per cui vi sarebbe più occupazione, come dimostrano le statistiche di USA e Inghilterra.
Forse l’evasione sta negli occhi di chi la vede.
Forse l’evasione è il frutto di regole che tassano anche il reddito che non c’è, impedendo la deduzione di costi, tassando i costi stessi e presumendo redditi senza possibilità di prova contraria.
L’Italia inventò il fascismo, per affrontare la crisi mondiale del 1929.
Lei ha inventato il nazionalsocialsmo fiscale, e passerà alla storia per questo.
E ne sarà fiero, non v’è dubbio!
#nazismofiscale

Pubblicata: domenica 07 dicembre 2014
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